Cos'è un attacco di panico?
Si tratta di una crisi di ansia e paura molto intensa che si manifesta senza alcun preavviso e senza una diretta causa scatenante, può accadere in qualsiasi momento: mentre si cammina per strada o si fa la spesa, ad esempio. I sintomi dell’attacco di panico possono essere tali da indurre chi ne viene colpito a pensare di essere sul punto di morire o perdere il controllo, raggiungono il picco nell’arco di qualche minuto per poi dissolversi spontaneamente.
La crisi provoca un malessere intenso tanto che, se avviene in maniera ripetitiva, la quotidianità di chi ne soffre potrebbe venirne compromessa, rendendo difficile svolgere le più semplici attività. Quando un soggetto è vittima di frequenti attacchi di panico allora si parla di “disturbo di panico”.
Quali sono i sintomi?
Si presenta con numerosi sintomi fisici tra cui difficoltà respiratorie come la sensazione di soffocamento o di oppressione toracica, vertigini, palpitazioni e tachicardia, sudorazione, tremore, sensazione di svenimento, brividi. Spesso l’attacco di panico può essere confuso per errore con una patologia più grave come un infarto o un ictus, e ciò rende ancora più opprimente il senso di pericolo incombente. Tali manifestazioni, naturalmente, non si verificano tutte insieme e sono diverse da soggetto a soggetto.
Quali sono le cause?
L’attacco di panico è più comune nelle donne e in, genere, insorge tra i 20 e i 30 anni.
Le cause possono essere diverse. Solitamente, il primo attacco si verifica durante un periodo di particolare stress del soggetto che ne viene colpito, dovuto ad un evento acuto oppure alla presenza di fattori concomitanti: un lutto, una malattia, un trauma, problemi economici, un rilevante cambiamento nella vita, un periodo di lavoro intenso, etc.
Dopo il primo attacco, il soggetto sviluppa una forte preoccupazione e vive in uno stato costante di apprensione nel timore che possa ripetersi, ingenerando un aumento dei livelli di stress e, quindi, un circolo vizioso che si autoalimenta con la paura della paura, producendo inevitabilmente un nuovo attacco.
Quanto dura un attacco di panico?
La durata va dai cinque ai venti minuti anche se, a volte, può durare di più, ma generalmente non oltre l’ora. Durante questo lasso di tempo l’ansia raggiunge un picco molto elevato e il soggetto è convinto che la propria incolumità sia a rischio. Quando i sintomi spariscono lasciano chi ne è colpito in uno stato di profondo turbamento.
È, comunque, possibile limitare la durata degli attacchi o impedirne l’insorgenza ricorrendo a tecniche di controllo del respiro.
L’attacco di panico ha delle conseguenze?
Chi soffre di attacchi di panico potrebbe sviluppare apprensioni in merito alla propria salute fisica, pensando che gli attacchi siano dovuti ad una qualche grave malattia, oppure sviluppare conseguenze psicologiche frustranti come, ad esempio, la preoccupazione di essere da solo durante un attacco e non ricevere aiuto, per cui tendere ad evitare di restare solo. Al contrario, invece, può essere preoccupato di avere un attacco in contesti dove ci sono tante persone come, ad esempio, nei luoghi pubblici e, quindi, tendere ad isolarsi per paura di subire giudizi negativi.
Si può curare?
Il primo passo da compiere è quello di accettare di avere un problema e decidere di farsi aiutare. Raramente questi disturbi, per quanto non gravi, possono essere curati da soli. Acquisita la consapevolezza di avere un problema sarà il medico specialista ad indicare la terapia giusta (farmacologica, psicoterapeutica o entrambe).
In genere, esclusa una patologia fisica e al di fuori dei casi più gravi del disturbo di panico, per curare l’attacco di panico si ricorre con molta efficacia alla psicoterapia cognitivo-comportamentale che, attraverso una serie di tecniche di trattamento, aiuta a ritrovare un senso di benessere e di adeguatezza, conducendo il soggetto a riappropriarsi della piena libertà e serenità di vita.
Come comportarsi in caso di attacco di panico?
È importante tenere presente che l’attacco di panico è un fenomeno transitorio che scompare spontaneamente, e non comporta rischi per la salute fisica. Chi ne soffre, però, viene a trovarsi in una condizione di allarme per cui scattano in automatico meccanismi di difesa come, ad esempio, andare in iperventilazione in risposta alla sensazione di mancanza d’aria tipica del panico, e questo produce sensazioni sgradevoli quali tremori, formicolii, tachicardia che a loro volta incrementano la paura e, quindi, l’iperventilazione stessa.
Diventa, pertanto, necessario arrestare questo processo controllando la respirazione e cercando di ristabilire un ritmo regolare.
FKT – I consigli dell’esperto:
Quando si è in presenza di un amico o di un familiare che si trova nel mezzo di un attacco di panico, è indispensabile non aggiungere ansia alla sua ansia, per cui bisogna essere empatici, utilizzare un tono rassicurante, far sentire alla persona di essere compresa e accolta, invitarla a rallentare il respiro, magari aiutandola a contare le inspirazioni e le espirazioni, farle sentire la nostra vicinanza fisica aspettando con lei che l’attacco passi. A situazione normalizzata, sarà importante consigliare di parlarne con un esperto in grado di individuare le cause del disturbo e formulare una corretta diagnosi per imparare a gestire la fobia.
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