Cosa è l'ictus?
L’ictus, termine latino che significa “colpo”, è una lesione cerebro-vascolare causata dall'interruzione del flusso di sangue al cervello dovuta a ostruzione (ischemico) o a rottura di un’arteria (emorragico). Quando un vaso cerebrale nel cervello scoppia o si ostruisce e il flusso di sangue si ferma o si interrompe, i neuroni, privati anche solo per pochi minuti dell’ossigeno e dei nutrimenti necessari, cominciano a morire. L’ictus può colpire all’improvviso, spesso senza preavviso e in assenza di dolore.
Quali sono i fattori di rischio?
Vi sono diverse condizioni (personali o ambientali) che predispongono ad ammalarsi e che favoriscono il verificarsi di questa grave patologia, quali ad esempio:
- l’età: l’incidenza della patologia aumenta con l’età, in particolare dopo i 55 anni;
- l’ereditarietà: avere un genitore, un nonno, un fratello che è stato affetto da questa malattia comporta un rischio maggiore rispetto a chi non ha familiarità con questa patologia;
- il genere: gli uomini sono più colpiti, specie nelle fasce di età più giovani, in quanto le donne sono protette dagli ormoni sessuali almeno fino alla menopausa. Dopo i 65 anni, invece, l’incidenza è uguale in entrambi i sessi, mentre dopo gli 80 anni risulta più colpito il sesso femminile;
- lo stress e l’ambiente in cui si vive;
- alcune patologie come ad esempio ipertensione arteriosa, diabete, anomalie cardiache e vascolari;
- il fumo e l’abuso di alcol;
- la sedentarietà.
Quali sono i sintomi?
I sintomi prodotti dall’ictus sono diversi e dipendono dalla zona del cervello che è stata danneggiata: un ictus che colpisce un lato del cervello provoca un disagio nella parte opposta del corpo. Ma è fondamentale riconoscerne i segni perché bisogna intervenire il più velocemente possibile contattando il centro di emergenza (118).
I sintomi improvvisi che devono mettere in allarme sono:
- non riuscire più a muovere, o muovere con minore forza, un braccio o una gamba o entrambi dallo stesso lato del corpo; oppure sentirli meno e in maniera diversa (formicolio);
- non essere in grado di coordinare i movimenti e di stare in equilibrio;
- far fatica a parlare perché non si articolano bene le parole;
- non riuscire a vedere bene metà o parte degli oggetti;
- avere un forte ed anomalo mal di testa.
Quali sono le conseguenze di un ictus?
L’effetto prodotto dalla lesione cerebrale è variabile e dipende dall’area colpita, perché il nostro cervello ha zone diverse che assolvono compiti diversi. Alcuni ictus sembra non creino nemmeno grossi danni; vi sono, invece, altre lesioni, anche piccole, che colpiscono aree molto delicate e producono seri danni. Fondamentale è che la persona colpita da ictus raggiunga immediatamente una struttura ospedaliera e che si intervenga entro le prime 3-4 ore al massimo per evitare danni maggiori al cervello.
In Italia l’ictus cerebrale rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, ed è la prima causa assoluta di disabilità.
Riabilitazione
Dopo il primo intervento che comporta la somministrazione di una terapia ad hoc, è necessario effettuare la riabilitazione che può riguardare sia gli aspetti di alterazione del movimento sia gli aspetti che riguardano le funzioni cognitive, in particolare l’attenzione e i disturbi del linguaggio.
Il medico specializzato mette a punto un piano di terapia personalizzato, adeguato alle esigenze del paziente. Quindi, in presenza di disturbi della deglutizione, del linguaggio o di altri disturbi cognitivi viene predisposta una terapia mirata come la logopedia o la riabilitazione neuro-psicologica. In presenza, invece, di disturbi della motilità viene prescritta la fisioterapia e, se necessario, la terapia occupazionale (TO).
Infatti, la riabilitazione deve non soltanto ristabilire quanto più possibile l’efficienza fisica e cognitiva del paziente, ma metterlo nella condizione di gestire di nuovo la vita di tutti i giorni, aiutandolo a convivere nel miglior modo possibile con eventuali menomazioni permanenti e riducendo le complicanze fisiche e psichiche negative della patologia, oltre che suggerire le necessarie modifiche dell’ambiente in cui vive e i necessari adeguamenti dello stile di vita.
Quanto dura la riabilitazione?
È difficile determinare la durata della riabilitazione perché spesso non è possibile prevedere se l’eventuale menomazione sarà permanente e di quale gravità.
La riabilitazione può, quindi, durare settimane o anche diversi mesi. Fondamentale è, invece, che gli esercizi vengano svolti con costanza e regolarità.
È possibile, inoltre, che trascorso un anno sia necessario effettuare alcuni cicli di riabilitazione cosiddetta di mantenimento per evitare che i miglioramenti ottenuti vengano persi.
Prevenzione
L’ictus cerebrale è una malattia grave e disabilitante che ogni anno nel mondo colpisce circa 15 milioni di persone. Fondamentale per la prevenzione è, quindi, rendere tutti consapevoli dei fattori di rischio che da soli, o in combinazione tra di loro, aumentano la possibilità di incorrere in un ictus.
Inoltre, comincia a creare un allarme sociale il notevole abbassamento dell’età in cui si viene colpiti da questa patologia. In Italia, infatti, si calcola che ogni anno siano circa 12.000 i soggetti di età inferiore a 55 anni colpiti da ictus cerebrale. Si ritiene che questo aumento di casi tra persone più giovani debba essere attribuito ad una maggiore diffusione dell’abuso di droghe e alcol.
FKT – I consigli dell’esperto:
È molto importante che le persone colpite da ictus e i loro familiari non si arrendano, e che affrontino con coraggio la delicata fase del post ictus, utilizzando tutti gli strumenti riabilitativi a disposizione. Chi si trova, ad esempio, a vivere con una persona afasica, ovvero con disturbo del linguaggio, deve, innanzitutto, comprendere che a causa della difficoltà di articolare la parola possono facilmente verificarsi cambiamenti di umore nel paziente e, quindi, sarebbe opportuno mostrare un atteggiamento confortante e positivo: parlare piano e normalmente e non come se ci stessimo rivolgendo ad un bambino, usare un tono di voce pacato, utilizzare frasi brevi, attendere con calma la risposta, essere disponibili ed incoraggiare la comunicazione, essere certi che la persona abbia compreso ciò che vogliamo comunicarle.
Inoltre, considerando che l’ictus rappresenta la terza causa di morte in Italia, è fondamentale fare prevenzione, adottando stili di vita sani: limitare l’alcol ed eliminare il fumo, seguire una corretta alimentazione e limitare il sale, controllare il peso e la pressione arteriosa, svolgere regolare attività fisica (basta anche soltanto camminare con passo sostenuto per almeno 30 minuti al giorno tutti i giorni).
Altri articoli e news -->